Che cos’è la disabilità?

Che cos’è la disabilità?

Solo i più coraggiosi di voi sapranno rispondermi, gli altri li aiuterò io.

Mi chiamo Livia Vittoria Desideri e sono un’atleta ed un tecnico dell’Aisa Sport sezione canoa, in questi ultimi anni ho cominciato a far coesistere la mia attività di atleta a quella di supporto ai ragazzi con disabilità.
Tra i tanti ragazzi che ho avuto modo di seguire c’è Emanuele, un ragazzo di 15 anni vivace e pronto ad imparare, lo caratterizza la sua simpatia e il suo umorismo. Emanuele è affetto dalla sindrome di Prader-Willi è una malattia genetica rara, caratterizzata da una serie di deficit fisici, intellettivi e comportamentali dipendente da un’alterazione del cromosoma 15. Durante la primissima infanzia, la sindrome si manifesta con un’insolita debolezza muscolare e con un ritardo dello sviluppo. Emanuele segue un programma specifico per fronteggiare i riflessi della sua disabilità, attraverso una serie strutturata di esercizi di coordinazione, mobilità articolare, tutti adattati alla sua disabilità. Ho svolto con lui un percorso di un lasso di tempo poco ampio, ma comunque significativo, che mi ha fatto comprendere quanto sia importante, per coloro che hanno delle alterazioni genetiche, l’esercizio fisico.
Valutando i suoi risultati solo dopo qualche mese di lavoro, ho notato un miglioramento nelle capacità cognitive e coordinative, nonché un maggiore coinvolgimento e partecipazione nelle attività. Inoltre è evidente un miglioramento della postura e nell’interazione con gli altri atleti del circolo.

Allenare non vuol dire soltanto far svolgere attività fisiche, il nostro obiettivo è in primis riuscire a creare un legame, per far si che i soggetti che seguiamo, possano fidarsi di noi. La fiducia è alla base del rapporto atleta-allenatore, così come creare un ambiente sicuro per mettere a proprio agio le persone disabili. L’allenamento non è sempre facile, la sensibilità e la distrazione sono le difficoltà principali in cui incorrono i ragazzi disabili. Il nostro obiettivo principale è aiutare sia sotto l’aspetto fisico che sociale, grazie ad uno degli strumenti più potenti di tutti: lo sport.
La canoa è uno sport che ti da la possibilità di crescere fisicamente e mentalmente, ti aiuta a costruire rapporti e fiducia in te stesso.

Abbiamo parlato fino ad ora del rapporto di insegnamento-fiducia tra atleti e ragazzi, un rapporto in costante evoluzione che cresce attraverso i feedback di ritorno degli incontri, i ragazzi ci insegnano a valutare le attività proposte attraverso le loro risposte, stimolano le nostre attività affinché siano sempre propositive ed accattivanti. Le risposte motorie in queste dinamiche diventano fondamentali, stimolano nuovi approcci da adottare e adattare al ragazzo.

La canoa velocità è una disciplina che unisce più fattori per il suo svolgimento, ha un grosso impatto neuromotorio, è fisicamente impegnativa, incide fortemente sul sistema sistema nervoso, ha una componente ludica scarsa, è una sfida costante soprattutto con se stessi, per essere svolta e per crescere ha bisogno di essere stimolata, unisce due principali componenti: equilibrio e coordinazione su una superficie instabile, l’acqua. Per quanto possa risultare naturale non è il nostro ambiente dominante. Un altro punto cardine della canoa è la multidisciplinarietà: sviluppa forza, capacità elastiche, coordinazione, resistenza aerobica, forma un carattere equilibrato e meditativo.

Infine come è facile immaginare, non è semplice stare accanto ad una persona disabile; può infatti condizionare lo stile di vita della persona o delle persone che lo coadiuvano nelle sue esigenze quotidiane, l’Aisa cerca e i suoi collaboratori puntano, al raggiungimento del benessere sia fisico che mentale del ragazzo disabile, facendo sì che questo si ripercuota positivamente in famiglia.

 

Livia Vittoria Desideri

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3 Responses

  1. Anna maria ha detto:

    Articolo ben articolato, efficace nel descrivere l’ importanza dello sport per la disabilita’ e l’importanza del rapporto di fiducia che si instaura tra lo sportivo disabile e lo sportivo abile . Grazie

  2. Sandro ha detto:

    Lodevole la dedizione nei confronti di chi ha bisogno di maggiori attenzioni. Ammirevole coloro che si impegnano per gli altri .

  3. Silvia ha detto:

    Bellissimo articolo soprattutto perché nonostante la tua giovane età trasmette una grande maturità ed una rara sensibilità verso le persone diversamente abili. Lo sport aiuta molto lo sviluppo psico-fisico e nell’inclusività di queste persone verso relazioni sociali di grande spessore. E tu Livia ne sei un grande esempio.

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